Agenda 2030 e Disabilità

Non lasciare indietro nessuno
La dichiarazione introduttiva dell’Agenda 2030 assimila già il credo «Leave no one behind» (non lasciare indietro nessuno), e per il raggiungimento dei 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile richiede infatti ai paesi industriali e in via di sviluppo, di non tralasciare nessuno nello sviluppo globale.

L’Agenda 2030 riconosce Convenzioni internazionali la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità quale guida e si oppone alla discriminazione di ogni tipo.

Approvata a settembre 2015 dalle Nazioni Unite, i 17 obiettivi sostituiscono i precedenti otto obiettivi del millennio dell’anno 2000 ed includono esplicitamente le persone con disabilità.

La prospettiva è sempre la stessa anche nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile: porre fine all’estrema povertà. Per la prima volta però, alcuni obiettivi sostenibili (Sustainable Development Goals/SDG) considerano le persone con disabilità, vediamo esattamente quali obiettivi:

Obiettivo sostenibile 1

Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo. Entro l’anno 2030 deve essere garantito che non esista più la povertà. I gruppi di persone vulnerabili debbano avere diritti pari alle risorse economiche, insieme all'accesso ai servizi di base, proprietà privata, controllo su terreni e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, nuove tecnologie appropriate e servizi finanziari, tra cui la microfinanza. Inoltre devono venire protetti in modo migliore dalle catastrofi.

Obiettivo sostenibile 2

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile. Entro l’anno 2030 nessuno deve più soffrire la fame. Questo vale particolarmente per le persone vulnerabili. Nessuno deve mangiare cibi dannosi per la salute. Inoltre si deve raddoppiare la produttività agricola, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e garantire dei prezzi stabili e corretti.

Obiettivo sostenibile 4

Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti: eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell'istruzione e garantire un accesso equo a tutti, tra cui le persone con disabilità. Per loro deve essere promosso anche l’accesso senza barriere a istituti di istruzione. In generale la formazione scolastica deve essere globalmente gratuita e l’accesso ad una formazione professionale ed ulteriori scuole alla portata di tutti.

Obiettivo sostenibile 6

Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti: ottenere entro il 2030 l’accesso universale ed equo all'acqua potabile e ad impianti sanitari e igienici adeguati, equi e senza barriere. Inoltre migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua e aumentare l'efficienza nell'utilizzo dell'acqua.

Obiettivo sostenibile 8

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti: garantire entro il 2030 un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini, comprese le persone con disabilità, e un’equa remunerazione.

Obiettivo sostenibile 10

Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi: entro il 2030, raggiungere progressivamente e sostenere la crescita del reddito del 40% della popolazione nello strato sociale più basso ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale, grazie alla tutela delle minoranze, alle pari opportunità e a misure politiche. Assicurare una migliore rappresentanza che dia voce ai paesi in via di sviluppo nelle istituzioni responsabili delle decisioni in materia di economia e finanza globale e internazionale. Per le persone disabili le Nazioni Unite esigono l’inclusione economica e politica totale.

Obiettivo sostenibile 11

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili: entro il 2030 lo spazio di vita urbano deve essere sostenibile per tutte le persone. I trasporti pubblici vanno estesi, la sicurezza e la pulizia nella città vanno aumentate. Affinché i paesi in via di sviluppo possano raggiungere questi obiettivi, ricevono degli aiuti adeguati. Per le persone disabili i trasporti pubblici di persone e gli edifici pubblici devono essere senza barriere. Le persone vulnerabili devono essere al centro nelle misure di precauzione, per ridurre il numero di vittime in caso di catastrofi.

Obiettivo sostenibile 17

Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile: entro il 2030 rafforzare la collaborazione internazionale riguardo la scienza, la tecnologia e i meccanismi già esistenti in particolare tramite le Nazioni Unite e attraverso meccanismi tecnologici globali. La collaborazione trai diversi stati deve avvenire con rispetto e va attuato un modo di procedere comune contro la povertà per uno sviluppo sostenibile. Incoraggiare e promuovere partnership efficaci nel settore pubblico, tra pubblico e privato e nella società civile basandosi sull’esperienza delle partnership e sulla loro capacità di trovare risorse. L'obiettivo è una partnership di sviluppo globale. Entro il 2020 i paesi in via di sviluppo devono essere in grado di raccogliere dati per statistiche in modo migliore, che contengano tra le altre cose anche i dati riguardanti le persone disabili.

Per le persone con disabilità è ancora più difficile realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile

L’Onu per la prima volta l'anno scorso ha analizzato lo stato dell’arte rispetto ai 17 SDGs delle persone con disabilità: più diffusa povertà, minore accesso a salute, istruzione e lavoro, inaccessibilità dei trasporti pubblici, maggiore rischio di violenza.

Il rapporto “Un Flagship Report on Disability and Development 2018: Realization of the Sustainable Development Goals by, for and with persons with disabilities”, lanciato dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite il 3 dicembre in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, rappresenta la prima analisi sistemica dell’Onu che mette in relazione il tema della disabilità con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 a livello globale.

Il documento illustra da un lato lo stato dell’arte delle persone con disabilità, mostrando quanto siano svantaggiate rispetto alla maggior parte degli SDGs; dall’altro evidenzia il crescente numero di buone pratiche che possono creare una società più inclusiva, sottolineando l’esigenza di riconoscere il contributo che le persone con disabilità possono dare allo sviluppo della società.

Sugli Obiettivi 1 e 2 (sconfiggere la povertà e la fame), i dati mostrano che la quota di persone con disabilità che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale o internazionale è più alta, e in alcuni casi doppia, rispetto a quella delle persone senza disabilità.

Rispetto all'Obiettivo 3 (salute e benessere), l’accesso ai servizi sanitari rimane una sfida per le persone con disabilità, che in media hanno possibilità tre volte inferiori rispetto agli altri di ricevere le cure quando ne hanno bisogno. In Italia, tra le motivazioni alla base di questa carenza, per il 94% delle persone con disabilità che non hanno potuto accedere alle cure, sono i costi troppo elevati, la distanza eccessiva o i tempi di attesa troppo lunghi.

Sull'Obiettivo 4 (istruzione di qualità) si segnala che il 54% delle persone con disabilità è alfabetizzato (contro il 77% di quelle senza disabilità) e più del 10% è stato escluso dalla scuola a causa della sua disabilità. Inoltre, nel 44% degli Stati membri dell’Onu, gli studenti con disabilità non possono ricevere gli insegnamenti nella stessa classe degli altri studenti.

Queste disuguaglianze sono ancora maggiori per le donne, che presentano rispetto agli uomini tre volte in più bisogni sanitari insoddisfatti e analfabetismo (Obiettivo 5 – parità di genere).

I servizi igienico-sanitari sono inaccessibili per il 31% delle persone in sedia a rotelle, problema che impedisce loro di partecipare spesso alla vita sociale (Obiettivo 6 – acqua pulita e servizi igienico-sanitari).

Rispetto all'Obiettivo 7 (energia pulita e accessibile), si segnala che la percentuale di abitazioni con accesso all’elettricità è più bassa rispetto a quella delle persone senza disabilità in 37 Paesi in via di sviluppo su 44, e in 17 Paesi meno del 50% delle abitazioni con persone disabili hanno accesso all’elettricità.

Le persone con disabilità continuano ad avere un accesso limitato al mondo del lavoro (Obiettivo 8 – lavoro dignitoso e crescita economica). Il tasso di occupazione delle persone con disabilità di 15 anni e oltre è quasi la metà di quello delle persone senza disabilità.

Relativamente all’uso della tecnologia (Obiettivo 9 – imprese, innovazione e infrastrutture), in 14 Paesi solo il 19% delle persone con disabilità utilizza Internet (rispetto al 36% di quelle senza disabilità). Inoltre, più di un terzo dei portali web nazionali non è accessibile alle persone con disabilità.

Le persone con disabilità si trovano a dover affrontare forme di discriminazione ogni giorno, in ambito sociale, politico ed economico (Obiettivo 10 – ridurre le disuguaglianze). In alcuni Paesi, più del 50% delle persone con disabilità ha avuto esperienze di discriminazione. In alcuni Paesi i divari che separano le persone con disabilità da quelle senza disabilità raggiungono più di 20 punti percentuale per la povertà di reddito e 50 punti percentuale per buona salute, tasso di alfabetizzazione e tasso di occupazione. Inoltre, esistono tuttora diverse politiche e leggi discriminatorie in alcuni Paesi per ciò che concerne soprattutto il matrimonio, la capacità legale e la partecipazione politica.

Anche le città non sono adeguate alle esigenze dei disabili (Obiettivo 11 – città e comunità sostenibili). In alcuni Paesi più del 30% delle persone con disabilità considera i trasporti e gli spazi pubblici non accessibili. Anche trovare delle abitazioni adeguate alle loro esigenze non è semplice, soprattutto a causa delle barriere fisiche, della discriminazione e della mancanza di un sostegno da parte della comunità.

Anche l'Obiettivo 13 (lotta contro il cambiamento climatico) interessa le persone con disabilità da vicino: in caso di calamità naturali, conflitti ed emergenze umanitarie, sono particolarmente vulnerabili, tanto che il 79% non sarebbe in grado di mettersi in salvo immediatamente senza difficoltà.

Rispetto all'Obiettivo 16 (pace, giustizia e istituzioni solide), si evidenzia che le persone con disabilità sono particolarmente esposte al rischio di violenza. I dati raccolti in cinque Paesi in via di sviluppo rivelano che una persona su cinque è oggetto di violenza verbale o fisica a causa della disabilità. In media, in 35 Paesi (soprattutto nell’Ue) il 13% delle persone con disabilità è esposto a un ambiente violento, rispetto al 10% di quelle senza disabilità, e in Italia la percentuale è addirittura più che doppia. Inoltre, in alcuni Paesi più del 90% delle persone con disabilità che necessita di consulenza legale non è in grado di riceverla.