(RESPINTA dal Consiglio Grande e Generale il 17/07/2023) Istanza d'Arengo per il cambio di paradigma nei confronti della disabilità

Istanza d'Arengo

Eccellentissimi Capitani Reggenti,

I membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione Sammarinese Attiva-Mente, sostenuti da numerosi cittadini firmatari, in coerenza con le finalità della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, nel trarre ispirazione dai principi in essa contenuti e perseguendo tramite questi, il cambio di paradigma che viene incoraggiato a livello mondiale, promuovono la presente Istanza d’Arengo affinché per la disabilità, l’Ente di riferimento per l’Amministrazione e i cittadini, possa essere strutturato in una dimensione omnicomprensiva e non confinata nell’ambito Sanitario e Socio Sanitario.

Premessa

Con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, la Repubblica di San Marino si è impegnata a perseguire una maggiore diffusione del nuovo modello di approccio alla disabilità basato sui diritti umani e sulle libertà fondamentali. La ratifica, infatti, implica che l’intero ordinamento e la società civile debbano necessariamente ispirarsi e conformarsi, a tutti i livelli e in tutti i contesti, ai principi e alle indicazioni contenute nella Convenzione che superano il precedente modello di approccio pietistico, assistenziale e medico.

Tale nuovo Modello, definito sociale, pone l’accento sul fatto che la diversità è parte della condizione umana e che ognuno, prima di tutto, è un essere umano, per cui occorre che la persona con disabilità rimanga sempre al centro, tenendo conto dei suoi desideri, aspettative e preferenze e garantendo, con i giusti e adeguati sostegni, il diritto inalienabile ad avere, come chiunque altro, un proprio percorso nella prospettiva della migliore qualità di vita possibile. Inoltre, per “persona con disabilità” su intende la persona che presenta durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali le quali, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la sua piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.

Questo nuovo approccio adottato dalla OMS e basato sul modello bio-psico- sociale dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) e quello basato sui diritti umani introdotto dalla Convenzione ONU considerano, quindi, la disabilità come il risultato dell’interazione negativa tra la persona e l’ambiente. La disabilità non è più da intendersi come una caratteristica, “la persona non è la sua malattia” bensì è l’interazione negativa con il contesto a determinare effetti disabilitanti delle persone nella misura in cui interagiscono con essa non già per agevolarle, ma come vere e proprie barriere.

Il precedente approccio fondato sul Modello medico che definiva la disabilità solo in base alla diagnosi medica considerando le limitazioni dipendenti da essa e insite, quindi, nella persona, è definitivamente abbandonato.

In tale nuova visione le caratteristiche personali vanno valutate solo in funzione dei giusti, adeguati e necessari sostegni di cui ogni singola persona, in relazione con il proprio contesto personale, familiare e sociale necessita per essere posta in condizione di pari opportunità rispetto agli altri cittadini, e la Convenzione ONU proprio in virtù di questi concetti, obbliga gli Stati Parti (ad oggi sono 185) che hanno ratificato, a rimuovere ostacoli, barriere e discriminazioni che violano i diritti umani e i diritti fondamentali delle persone con disabilità.

Persino gli stessi Obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 avvalorano queste considerazioni: ben cinque di questi, infatti, sono stati formulati con riferimenti espliciti alle persone con disabilità, per quanto concerne la garanzia di un accesso equo, di qualità e senza barriere all’istruzione, un’inclusione totale a livello economico e politico, l’abolizione di ogni barriera fisica all’accesso a edifici e trasporti pubblici e un miglioramento della raccolta di dati statistici.

Ad oggi, è evidente che tali assunti non sono pienamente affermati e permangono nella società antichi retaggi, pregiudizi inconsci, stigmi sociali, con le visioni più disparate, spesso ben lontane dal nuovo paradigma introdotto dalla Convenzione ONU.

Al fine di stimolare la transizione dal Modello medico al Modello sociale, occorre una spinta di carattere culturale e politico.

Considerato, quindi, quanto premesso e che anche il nostro Paese è tenuto a promuovere un'attenzione complessiva nei confronti della disabilità, secondo una visione unitaria dei bisogni e a sostenere la piena partecipazione delle persone con disabilità nei principali ambiti della vita sociale e pubblica (famiglia, scuola, lavoro, ambiente, salute, sport, tempo libero), si ritiene opportuno individuare, così come hanno fatto molti degli Stati Parti, Italia compresa, un luogo dipartimentale comune, al fine di sdoganare le politiche e le pratiche per la disabilità da una centralità e da una concezione di base strettamente di tipo medico.

Pertanto, noi sottoscritti cittadini e cittadine sammarinesi presentiamo la seguente Istanza d’Arengo affinché per la disabilità, l’Ente di riferimento per l’Amministrazione e i cittadini, possa essere strutturato in una dimensione omnicomprensiva e non confinata nell’ambito Sanitario e Socio Sanitario.

Confidando in un favorevole accoglimento da parte delle LL. EE. e del Consiglio Grande e Generale e nella messa a punto degli atti conseguenti, si porgono deferenti ossequi.


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