A cosa serve la Commissione CSD ONU?
Durante le ultime legislature, non abbiamo mai esitato a segnalare le inadempienze ed il peso crescente delle varie problematiche, anche rischiando di apparire polemici e di affrontare le antipatie, i costi e le possibili ritorsioni.
Ci siamo trovati a lottare spesso da soli in vicende clamorose, come nel caso della bocciatura dell’Istanza d’Arengo che chiedeva il Diritto all’autodeterminazione per le persone con disabilità. Questo tema è stato al centro dei nostri articoli per mesi, suscitando sgomento anche oltre i confini nazionali, dato che tale Diritto, è esplicitamente previsto dall'articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità ed è ritenuto basilare per l'attuazione dell'intero Trattato.
A cosa serve la Commissione sammarinese per l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CSD ONU)?
Dopo oltre dieci anni e diversi mandati, sempre più persone e famiglie si chiedono quale sia la reale utilità di tale Organismo. La nostra conclusione è che la sua utilità, non per demerito di chi la compone, sia piuttosto scarsa, così come limitata appare la considerazione che riceve. Non sappiamo se anche le altre associazioni condividano questa opinione, ma riteniamo sia divenuto urgente riconsiderare e allineare la situazione con i modelli di altri paesi.
E’ essenziale che i diritti delle persone con disabilità siano non solo riconosciuti legalmente, ma anche attivamente promossi e protetti. Questo richiede una riforma urgente della CSD ONU per garantirne il suo corretto funzionamento e la sua indipendenza. Le incongruenze sono sin troppo evidenti: dall’assoluta mancanza di interazioni con gli organismi internazionali, alla disconnessione tra gli obiettivi dichiarati nel Piano Triennale e le azioni concrete messe in atto dallo Stato. Questo non solo solleva questioni più ampie riguardo l'effettivo impegno di San Marino a rispettare gli obblighi internazionali assunti, ma rischia di minare la credibilità del Paese sulla scena internazionale in materia di diritti umani.
L'articolo 33 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità stabilisce chiaramente determinati obblighi e requisiti per l'attuazione e il monitoraggio nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, sembra che la CSD ONU, istituita proprio in ottemperanza a questo articolo, sia completamente inefficace. La Legge Quadro sammarinese del 2015, che la istituisce, riflette questi obblighi solo superficialmente. Ecco perché è necessaria una revisione critica della normativa.
Un indicatore particolarmente preoccupante dell'isolamento di San Marino dal contesto internazionale è la totale assenza di rapporti con la Commissione ad Hoc, con sede a Ginevra, che svolge un ruolo chiave nel coordinamento e nel monitoraggio dell'attuazione della Convenzione a livello globale.
Non solo, questi dubbi sono ulteriormente alimentati dall'imminente Assemblea annuale degli Stati Parte a New York, evento di cruciale importanza previsto dalla Convenzione, riguardo al quale, a due settimane di distanza, sembra regnare un totale disinteresse o mancanza di preparazione.
Confidiamo che chi assumerà l'incarico di governo consideri questa situazione, e il tema della disabilità in generale, con maggiore responsabilità ed auspichiamo, che già durante questa campagna per le elezioni del 9 giugno, si metta da parte l'ipocrisia delle promesse elettorali e si riconoscano apertamente certe gravi distorsioni.