Cena al Buio

Per il quinto anno consecutivo Attiva-Mente ha organizzato la Cena al Buio
Erano ben 120, forse anche troppe, quest'anno le persone che hanno partecipato ad una delle iniziative più care per Attiva-Mente, la Cena al Buio. Forse troppe perchè 120 persone per soli 7 Camerieri ciechi sono tante, e anche la Sala 2 Archi era davvero al limite, una Sala tenuta rigorosamente al buio, nella quale gli ospiti sono stati guidati da personale non vedente per vivere un'esperienza unica, che prima incuriosisce, poi stupisce ed affascina. L'ambiente della sala, completamente oscurato per l’occasione, un momento particolare per fare anche nuove conoscenze, relazioni interpersonali si intrecciano su basi del tutto diverse, dove l'apparire degli altri lascia inevitabilmente il posto solo all'essere ed al sentire comune. Chi partecipa alla Cena al buio, viene accompagnato da personale privo di vista all'interno di una sala completamente oscurata, dove si chiede di spegnere il cellulare e di fare a meno degli orologi da polso con le lancette luminose. Se qualcuno non ce la fa e chiede di uscire basta far presente il disagio e una guida gentile ti accompagna all'esterno della sala. E' una delle regole: nessuno usi l'accendino, ma in caso di difficoltà domandi aiuto.

Si percepiscono in modo diverso gli spazi e si avverte chiaramente la presenza (o l’assenza) dei camerieri vicino a sé, la loro distanza in base al suono della voce. Si affinano le potenzialità degli altri sensi.

Lo scopo dell'iniziativa è ridurre la distanza psicologica tra chi ha perso il bene prezioso della vista e chi non ha, per sua fortuna, questo handicap, sapendo che comunque è un disagio a termine, solo per qualche ora, mentre una persona cieca vive ogni giorno questa situazione.
Dal buio e da un'esperienza di questo tipo, si torna alla luce con una doppia rivelazione: da un lato ci si avvicina alla realtà di chi non può vedere e dall'altro si scopre quanto il nostro mondo ipervisivo ci induca quotidianamente a trascurare gli altri sensi.

Abituati ad un mondo dove l’immagine è tutto, dove il farsi notare è così importante e poi di colpo il trovarsi ad immergersi in una nebulosa dove non si sa neanche chi è seduto al tavolo vicino. Allora si capisce che esistono altri modi per comunicare. Nel buio, come alla luce, puoi capire che l’essenziale è invisibile agli occhi, un’esperienza illuminante. Quando si arriva a comprendere ciò, si è compreso che non esiste solo la vista, ma anche che i sensi non sono solo cinque. Possiamo non accorgerci di ciò che è ben visibile intorno a noi così come il nostro cervello può vedere senza che noi ce ne rendiamo conto.

Bastano poche frazioni di secondi perché un’immagine entri nel nostro cervello senza che noi ce ne possiamo accorgere, eppure questa immagine può condizionare il nostro pensiero e di conseguenza le nostre azioni. Si tratta del fenomeno della percezione subliminale. In qualsiasi modo vogliamo metterci in contatto con gli altri e con noi stessi, vi riusciamo bene solo quando lo facciamo con il cuore. Perché conoscere l’altro è prima di tutto il capire che occorre conoscere se stessi; e il buio ti aiuta a farlo.

Insomma, abbiamo vissuto un altra serata straordinaria.

"Arrivederci" alla prossima!!!