Le sfide per partecipare liberamente alle elezioni

Qualche settimana fa siamo stati invitati ad un incontro con la delegazione dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’OSCE, in visita a San Marino.

Di seguito riportiamo alcune delle considerazioni che abbiamo cercato di esprimere in quell’occasione.

Va detto, in premessa, che per le persone con disabilità, partecipare alla vita pubblica e politica non è solo un diritto, ma un mezzo essenziale per influenzare le politiche che riguardano direttamente la loro vita quotidiana. Nonostante i progressi legislativi e le iniziative per rendere il processo elettorale più accessibile, in diversi paesi europei molte persone con disabilità si trovano ancora di fronte a notevoli ostacoli. Questi includono seggi elettorali inaccessibili, mancanza di tecnologie assistive adeguate, comunicazioni e materiali di voto non adatti a persone con disabilità visive o uditive, sino addirittura a vere e proprie proibizioni, come nel caso di persone con disabilità intellettive. Per contrastare questi ostacoli, molte nazioni hanno fatto passi avanti introducendo leggi, prassi e tecnologie volte a facilitare l'accesso al voto.

A San Marino c’è una buona attenzione rispetto all’accessibilità dei seggi, viene allestito un seggio speciale per i degenti all’interno dell’ospedale, è previsto un seggio speciale mobile a beneficio degli elettori intrasportabili per consentirgli di votare presso la propria abitazione, e per le persone aventi determinate difficoltà che lo richiedono, è ammesso il voto assistito che, laddove presente in Europa, solleva dubbi in determinati casi, poiché non sempre c’è la garanzia dell’imparzialità del sostegno e si possono verificare indebite influenze. E’ prevista, inoltre, l’interdizione per infermità mentale (su questo punto è ancora inevasa una Raccomandazione dell’Ufficio sopracitato). Tutto sommato, quindi, la situazione non sembra essere delle peggiori, anche se ad esempio, sull’accessibilità dell’informazione, nella comunicazione, nella preparazione di opuscoli semplificati “easy read” in favore di alcune tipologie di disabilità intellettive o neuro divergenti, nell’introduzione di modalità alternative di voto in certe specifiche condizioni, avvalendosi delle nuove tecnologie, un maggiore sforzo San Marino dovrebbe e potrebbe farlo. A tal proposito, ci pare interessante segnalare un Decreto recentemente emesso dal Governo di Andorra, Paese alquanto simile a San Marino, per regolamentare proprio il tema della partecipazione attiva al voto, delle persone con disabilità in coerenza con la Convenzione delle Nazioni Unite sui loro diritti. Un provvedimento che sarà protagonista, peraltro, di uno specifico “Side Event”, promosso dalla Missione Permanente di Andorra, alla prossima Conferenza degli Stati Parte della Convenzione, prevista a New York dal 11 al 13 giugno prossimi.

Per quanto concerne, invece, il pari accesso alla partecipazione alla vita politica esercitando un qualsivoglia mandato elettivo (voto passivo), la realtà è ben diversa: la situazione sammarinese non è delle più brillanti. La mancanza di alcuni tipi di assistenza, personale, comunicativa e tecnologica precludono pesantemente questa possibilità alle persone con disabilità.

L'articolo 12, paragrafo 3, della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, raccomanda agli Stati Parte che alle persone con disabilità “sia garantito il sostegno di cui hanno bisogno per prendere decisioni concernenti il pieno esercizio della loro capacità giuridica”. Ancor più esplicito è l’Art. 29 che stabilisce diversi obblighi, tra i quali: “garantire che le persone con disabilità possano effettivamente e pienamente partecipare alla vita politica e pubblica su base di uguaglianza con gli altri, direttamente o attraverso rappresentanti liberamente scelti, compreso il diritto e la possibilità per le persone con disabilità di votare ed essere elette, assicurando, appunto che le procedure, le strutture ed i materiali elettorali siano appropriati, accessibili e di facile comprensione e utilizzo”.

Se le persone con disabilità possono partecipare senza ostacoli alla competizione elettorale, hanno la possibilità, come tutte le altre, di influenzare le politiche in modi che riflettono meglio le loro esigenze, le loro convinzioni e le loro idee. Questo non solo migliora la qualità della loro vita, ma arricchisce anche la società intera, promuovendo la diversità e l'inclusione. E’ di tutta evidenza, al contrario, che in assenza di strumenti d’assistenza come quelli sottolineati più sopra, le criticità persistono e non possono partecipare in alcun modo.

In conclusione, auspicando che in futuro siano smantellate le barriere promuovendo un ambiente elettorale più inclusivo e equo, incoraggiamo tutte le persone con disabilità a partecipare attivamente al voto, non solo perché è un dovere civico importantissimo, ma perché è necessario il coinvolgimento di tutti per cambiare e costruire una società che valorizza e protegge i diritti di tutti i suoi membri.