E arriviamo a Gerusalemme.
Dopo aver toccato, Tiberiade, Nazaret, Betlemme eccoci arrivati a Gerusalemme, crocevia delle tre grandi religioni monoteiste, Ebrei, Cristiani, Musulmani. E' un intreccio di religioni, etnie, idee, riti, dal quale abbiamo tentato di estrarre il bandolo della matassa. Il primo incontro è con il Custode Francescano di Terrasanta, Pierbattista Pizzaballa che ci ha accolto appena arrivati. Ci ha fornito una visione equilibrata sulla difficile situazione Medio Orientale, ma ci ha trasmesso anche un certo pessimismo sulla possibilità di trovare Pace e soluzioni per i grandi temi. Il suo consiglio e' stato quello di dedicarsi a temi da "condominio" cioè a microprogetti che possano realizzarsi in tempi rapidi e quindi immediatamente verificabili. L'idea guida e' quella di lavorare attorno ad un "resto" che anche se numericamente piccolo possa domani rappresentare il nocciolo duro da cui ripartire per affrontare anche i grandi temi. Per Lui la Road Map e' morta. Il muro costruito dagli israeliani non è solo fisico, ma si trova nella testa delle persone e gli uni non riescono a comprendere i problemi degli altri. Allora l'azione più importante è quella di essere un ponte, rispettando il dolore di chiunque senza pesarlo. La comparazione del dolore da qualunque parte provenga non si deve fare, il dolore pesa tanto in ogni caso. L'assenza di un progetto lungimirante ci impone di lavorare in silenzio e sulle cose concrete, così e' importante dar voce al lavoro di quelle tante associazioni che quotidianamente cercano la soluzione a problemi concreti. Pizzaballa verrà a San Marino in febbraio e coglieremo l-occasione di questa visita per dare un segnale anche al problema dell'informazione che anche a lui pare troppo "filtrata". Dopo un veloce, ma gustoso panino al Falafel offertoci da padre Ibrahim mangiato in pulmino sulla via di Tel Aviv, arriviamo al Centro Peres per la Pace. Immancabile l'apporto professionale ed umano del nostro console generale Michail Servadio che ha organizzato l'incontro con Dan Shani' e Manuela Dviri. "Riuscire dove i politici hanno fallito" questo lo scopo del Centro Peres che, neanche a farlo apposta segue il consiglio del Custode Pizzaballa, e va diretto al cuore del problema. Il centro ha contribuito a curare in ospedali israeliani circa 3200 bambini palestinesi, che, come dice Dan "non ce l'avrebbero fatta, altrimenti". Il progetto e' semplice: costruire col tempo una sanità palestinese indipendente, puntando sulla specializzazione dei medici palestinesi e contemporaneamente seguire i casi dei bambini più gravi. Se si aiutano i bambini tutti vincono, dice Dan e noi non siamo rimasti insensibili alla proposta di instaurare una partnership per cui anche San Marino, come fanno altri Stati, potrebbe prendere a cuore uno degli ambiti di intervento. Quale? Presto detto. Il 52% dei palestinesi si sposa nell'ambito della famiglia allargata esponendo i bambini ad un alto rischio di malattie genetiche. Tale situazione l'abbiamo toccata con mano visitando la Scuola della Gioia di Betlemme che ospita oltre 50 bambini con disabilità. Una campagna di informazione e di educazione, così come un appoggio alla ricerca in tale campo, produrrebbe un effetto decisivo rispetto ad un numero consistente di malattie fornendo un aiuto sia ai bambini che alle donne. Fa parte purtroppo della mentalità della popolazione maschile dare la responsabilità alla donna in caso di figli nati con handicap. Su questo terreno ci siamo impegnati a verificare la possibile collaborazione delle istituzioni sammarinesi e siamo certi che non deluderemo le aspettative. La magnifica Michail ci ha poi invitati tutti nella sua stupenda casa per una cena da mille e una notte.
più sotto anche le foto al Suq di Gerusalemme, al Muro del Pianto e al Museo della Shoà