Ultimo giorno del nostro intenso e impegnativo viaggio in Terra Santa. Siamo in attesa che arrivino da Tiberiade le casse con le due hand-bike dei nostri atleti. Alle 9 il primo incontro della giornata è con il Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. Michael Sabba. Le sue idee sulla situazione sono chiare, gli israeliani devono decidere se prendere tutta la Palestina, però con la terra anche i palestinesi oppure lasciarla ma in tutti i sensi, lasciare i Territori Occupati, gli insediamenti e soprattutto lasciare in pace i palestinesi. Il problema è che gli israeliani hanno paura, paura degli attentati, paura che i palestinesi diventino più numerosi di loro, paura di perdere il controllo su Gerusalemme… Per ora Israele non ha un leader politico significativo e i palestinesi devono capire come andare d’accordo fra
loro, senza arrivare a una guerra civile fra Hamas e Fatah. Ancora dovremo aspettare un po’ per arrivare ad una soluzione. Il ruolo di un piccolo stato come
San Marino è quello degli altri Stati, cioè mediare, trovare spazi e situazioni per far collaborare ebrei e arabi, favorire il dialogo fra le parti.
Alle ore 10.30 salutiamo Padre Ibrahim Faltas, parroco di Gerusalemme e grande amico. Durante la nostra permanenza a Gerusalemme Padre Ibrahim ci ha
accompagnato alla visita del Santo Sepolcro: è stata una bella occasione per ascoltare da lui la storia del calvario di Gesù Cristo e l’attualità del calvario che
oggi vivono donne e uomini in questi luoghi.
L’associazione Attiva-Mente ha deciso di regalare tramite Padre Ibrahim alla comunità della parrocchia latina di Gerusalemme una delle due hand-bike che grazie al suo determinante aiuto sono arrivate in tempo per la maratona di Tiberiade. La hand-bike è quella con cui Mirko Tomassoni ha partecipato alle più importanti maratone internazionali: New York, Berlino, Roma, Venezia, …
Ore 11.30: incontro con la piccola Jumanah!
Siamo tutti emozionati in attesa di conoscere finalmente la bimba palestinese che ha toccato il cuore dei sammarinesi.
Ci accolgono all’ospedale Hadassa Baby Hospital due volontari israeliani che operano in favore dei bambini e il padre di Jumanah Magdi Fakouri: è commosso
ed emozionato come noi. Finalmente arriviamo al reparto di day-hospital, dove due giorni a settimana la bimba fa la chemioterapia.
Ed eccola, con i suoi occhioni ci guarda timorosa … al primo coniglietto di peluche che esce da una borsa si scioglie e alza lo sguardo sorridendo.
Poi è un crescendo di baci, caramelle, abbracci e ringraziamenti.
Il dottore ci spiega che la cura sta funzionando bene e che sono stati trovati tre donatori compatibili nella banca internazionale del midollo osseo, due
negli Stati Uniti e uno in Inghilterra. Jumanah è fortunata: nonostante la gravità e rarità della sua malattia (solo tre casi in Israele), ora ce la può fare!
E’ con questa gioia nel cuore che lasciamo la piccola bimba e con lei anche la Terra Santa.